L’OSSERVATORIO

La Generazione Z si confronta con lo spreco.

I dati Waste Watcher evidenziano una consapevolezza elevata delle fasce giovanili che si caratterizzano per un approccio pratico ma disordinato allo spreco.

di Luca Falasconi

L’indagine Waste Watcher International 2025 offre uno spaccato interessante sulla Generazione Z e il suo rapporto con il cibo. La quasi totalità dei rispondenti (88%) dichiara di prestare attenzione alla preparazione dei pasti, ma solo il 42% si definisce molto attento, contro il 46% della media nazionale. Il dato riflette una difficoltà di fondo: il poco tempo che questa fascia d’età riesce a dedicare alla cucina e al consumo consapevole, fattore che ricorre in più dimensioni dell’indagine. 

Spesa e cucina: tra praticità e improvvisazione 

Le abitudini della Gen Z mostrano un approccio pratico ma disordinato. Solo il 44% consuma alimenti scaduti da pochissimo (contro il 55% del totale) e il 41% controlla dispensa e frigorifero prima di fare la spesa, sette punti sotto la media. Questo comporta un rischio maggiore di acquistare in eccesso e accumulare cibo dimenticato. Congelano meno gli avanzi (-7%), ma li riutilizzano più rapidamente, cercando ricette online o condividendoli con parenti e amici (+5%). È un comportamento creativo e sociale, ma poco sistematico: manca una vera strategia di gestione domestica. 

Consapevolezza dichiarata e comportamenti reali 

Il 91% degli intervistati afferma di essere attento al tema dello spreco, ma solo la metà (49%) si dice molto attenta. Nella pratica, la frequenza dello spreco è più alta della media: il 22% butta cibo 3-4 volte a settimana, l’11% in più del totale nazionale, e il 5% lo fa ogni giorno. La Generazione Z è dunque consapevole del problema, ma fatica a trasformare la sensibilità in comportamenti stabili. 

Le cause principali dello spreco 

Gli errori iniziano già al momento dell’acquisto: il 42% calcola male le quantità necessarie, il 37% compra troppo e il 33% sceglie confezioni eccessive. A casa, il 45% ammette di dimenticare il cibo in frigo, il 27% non conosce le corrette modalità di conservazione e un terzo cucina porzioni troppo abbondanti. Anche il rifiuto degli avanzi resta più diffuso che altrove (+8%). In sintesi, la Gen Z spreca più per mancanza di tempo e pianificazione che per disinteresse. 

Ostacoli e opportunità 

La mancanza di tempo è percepita come il principale ostacolo, insieme alle difficoltà nell’organizzare frigorifero e dispensa o nel porzionare gli alimenti dopo una grande spesa. Tuttavia, emergono segnali di potenziale cambiamento: i giovani mostrano una forte inclinazione a cercare online soluzioni pratiche, come ricette per riutilizzare gli avanzi (+10% rispetto alla media). È la dimostrazione che la creatività digitale può essere una risorsa concreta, se opportunamente guidata. 

Cambio di passo necessario 

Nel complesso, la Generazione Z appare attenta e informata, ma discontinua nei comportamenti. Il tempo limitato, l’incertezza economica e la scarsa esperienza domestica rendono difficile adottare pratiche antispreco costanti. Servono quindi strumenti mirati: campagne di sensibilizzazione, percorsi di educazione alimentare e app digitali per la gestione del cibo. Solo combinando educazione, comunicazione e tecnologia sarà possibile aiutare la Gen Z a trasformare la consapevolezza in azione quotidiana, facendo della lotta allo spreco un gesto semplice, condiviso e generazionale. 

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