L’evoluzione Waste Watcher International: dalla ricerca all’impatto.
Dal 2025, l’Italia contribuisce attivamente con azione specifiche anti-spreco in Paesi partner selezionati: Albania, Azerbaijan, Giordania, Egitto, Kenya e Tunisia.
di Matteo Vittuari
Waste Watcher International nasce nel 2021 con l’obiettivo di monitorare le perdite e gli sprechi alimentari in diversi Paesi, avviando una raccolta dati sistematica e comparabile a livello globale. Le prime rilevazioni internazionali si sono concentrate principalmente sui Paesi del G7 – Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Giappone – estendendosi poi anche a economie emergenti e mercati strategici quali Cina, Brasile, Azerbaijan e Russia. Gli anni e i Paesi specifici di indagine hanno subito variazioni nelle diverse edizioni del rapporto, ma l’obiettivo primario è sempre stato quello di fornire un confronto dettagliato sullo spreco alimentare domestico tra le principali economie mondiali.
La metodologia alla base di Waste Watcher International si fonda sul monitoraggio diretto del cibo sprecato dalle famiglie, attraverso la raccolta di dati reali su un campione statistico rappresentativo. Questi dati, sia quantitativi sia qualitativi, sono raccolti mediante l’annotazione settimanale del cibo scartato, consentendo di ottenere una fotografia precisa e aggiornata delle abitudini di consumo e delle dinamiche di spreco a livello domestico. Questo approccio consente di identificare le tipologie di alimenti sprecati più frequentemente, le cause associate e i momenti critici in cui si verificano le perdite.
Interventi concreti
I risultati ottenuti nelle diverse rilevazioni hanno spinto a considerare due cambiamenti importanti. Il primo è il passaggio dal semplice monitoraggio a un approccio orientato all’implementazione di interventi concreti e alla valutazione del loro impatto per misurare il cambiamento in termini di riduzione degli sprechi alimentari. Il secondo è l’interesse verso contesti alimentari diversi da quello domestico come la ristorazione collettiva e le filiere, in questo caso considerando le perdite alimentari. Questo passaggio rappresenta un avanzamento strategico, focalizzato sulla progettazione e realizzazione di azioni replicabili, in grado di generare effetti misurabili nei sistemi alimentari nazionali.
Dal 2025, l’Italia contribuisce attivamente a questa trasformazione di Waste Watcher International attraverso un finanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Le attività, sempre coordinate dall’Università di Bologna e supportate tecnicamente dal Ciheam di Bari e dalla Fao, si concentrano su Paesi partner selezionati: Albania, Azerbaijan, Giordania, Egitto, Kenya e Tunisia.
L’approccio metodologico adottato in questa nuova fase è integrato e multidisciplinare, combinando strumenti tecnici di misurazione, dialogo politico e coinvolgimento degli attori locali dalla progettazione degli interventi all’analisi dei risultati. Non esiste un modello unico applicabile universalmente, le strategie sono adattate alle specificità socio-economiche, culturali e infrastrutturali di ciascun contesto nazionale. Il processo si fonda sull’ascolto delle comunità, sul rafforzamento della governance locale e sulla creazione di piattaforme inclusive che favoriscono la cooperazione tra istituzioni, imprese, organizzazioni della società civile e cittadini.
Un passo avanti significativo
Sviluppare interventi dedicati, misurare il cambiamento, sensibilizzare. Potrebbero essere queste le parole chiave di questa nuova fase di Waste Watcher International, rete che punta quindi a ridurre sprechi e perdite lungo la filiera alimentare, promuovendo soluzioni concrete e condivise.
Tra i risultati attesi: la creazione di gruppi di lavoro stabili nei diversi Paesi coinvolti, strumenti e metodi facilmente replicabili, e una maggiore consapevolezza collettiva sul valore del cibo. L’obiettivo finale? Rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari e contribuire alla sostenibilità globale, riducendo gli sprechi a ogni livello.
Questa evoluzione rappresenta un passo avanti significativo nella lotta allo spreco alimentare. La sfida è dimostrare come la cooperazione internazionale, supportata dalla ricerca, possa favorire interventi efficaci e duraturi a beneficio delle comunità locali in diversi contesti territoriali.