Crescono i consumi, s’impenna lo spreco.
I nuovi dati evidenziano una corsa continua al rialzo: gli italiani buttano quasi 700 grammi alla settimana.
di Luca Falasconi
Non si ferma la corsa dello spreco. La seconda rilevazione 2024 dell’Osservatorio Waste Watcher conferma quanto fotografato a gennaio: l’aumento rilevante dello spreco domestico delle famiglie italiane.
Il cibo che settimanalmente finisce nel bidone della spazzatura degli italiani passa da 469,4 grammi a 683,3 grammi, con una crescita significativa del 45,6%, prendendo come riferimento lo stesso periodo di riferimento e cioè il mese di luglio.
I fattori che sottendono questo aumento sono vari ma quelli che più degli altri sono alla base di questa “impennata” sono principalmente tre.
I fattori che sottendono questo aumento sono vari ma quelli che più degli altri sono alla base di questa “impennata” sono principalmente tre.
Il primo è legato alla diminuzione della spinta inflattiva che ha portato a una ripresa dei consumi alimentari, ma in molti casi di prodotti freschi di più bassa qualità e quindi più deperibili. In effetti il rapporto “Lo stato del Largo Consumo in Italia” di NielsenIQ, che analizza l’andamento dei consumi e delle abitudini di acquisto delle famiglie italiane, evidenzia come gli acquisti di ortofrutta siano aumentati del 6,7% in volume e quelli ittici addirittura del 20,6% (+4.6% per quelli della carne).
Aumento che si riscontra pure nel ricorso alle vendite promozionali che rappresentano il 24,4% del totale della spesa. Ciò conferma quindi quanto da sempre emerge dall’analisi del comportamento delle abitudini di acquisto: il ricorso alle promozioni, in molti casi si trasforma da un possibile vantaggio ad acquisto eccessivo. E a prodromo di una maggiore probabilità di spreco domestico.
Il secondo fattore che ha portato all’ulteriore incremento dello spreco familiare domestico è legato più strettamente ad aspetti comportamentali non troppo corretti.
Dall’indagine emerge come la mancanza di pianificazione della spesa e della preparazione dei pasti che porta anche a un eccessivo ricorso alle offerte acquistando e preparando cibo in eccesso che viene poi sprecato. Solo il 64% dei consumatori che hanno partecipato all’analisi ritiene importante fare un programma settimanale dei pasti per acquistare e preparare solo ciò che è necessario. Inoltre, tra le motivazioni per cui le famiglie sprecano maggiormente troviamo “me ne dimentico e scade/si deteriora” con il 37%, ma altrettanto significazioni sono le altre due motivazioni di fondo: “ho paura di non avere in casa cibo a sufficienza” (32%) e “ci sono troppe offerte” (32%).
Si tratta di elementi che inevitabilmente sottolineano una volta di più la poca attenzione rivolta al cibo, che portano ad acquisti eccessivi (magari di prodotti di più bassa qualità funzionali al risparmio) e che sfociano, in extrema ratio, nello spreco. Da non sottovalutare, infine, il terzo rilevante volano di spreco: negli ultimi anni è evidente e corposo l’effetto negativo dei cambiamenti climatici sulla qualità dei prodotti offerti, che risultano essere meno resistenti e quindi più facilmente deperibili.
Una complessa somma di fattori che ha determinato un aumento così sostenuto dello spreco alimentare domestico sia su base annua che stagionale.