Spreco in calo. Ma la strada è lunga
I dell’Osservatorio Waste Watcher evidenziano un calo del 19%: in una settimana media si passa dai 683 grammi del 2024 ai 556 del 2025. Rimangono forti differenze regionali.
di Luca Falasconi
L’indagine condotta dall’Osservatorio Waste Watcher International nelle scorse settimane restituisce un segnale incoraggiante: lo spreco domestico in Italia è in calo.
Nella settimana di rilevazione, la quantità media di cibo buttato per persona è stata pari a 555,8 grammi, contro i 683,3 grammi registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un calo significativo (-19%), anche se ogni individuo continua a gettare via oltre mezzo chilo di alimenti a settimana, che nell’arco dell’anno diventano quasi 29 kg.
I prodotti più sprecati sono quelli freschi e deperibili: frutta (22,9 g), verdure (21,5 g), pane fresco (19,5 g), insalata (18,4 g) e ortaggi come cipolle, aglio e tuberi (16,9 g). Questa graduatoria evidenzia quanto la gestione dei prodotti a breve conservazione resti una sfida domestica, legata alla pianificazione dei pasti e alle pratiche di conservazione.

Le diversità geografiche
La geografia dello spreco rivela differenze marcate.
Il Sud si conferma l’area più critica, con 628,6 grammi pro capite alla settimana (+13% rispetto alla media nazionale), dove a finire nel cestino sono soprattutto pasta cruda, salse, pizza fatta in casa, legumi, formaggi e pesce. Il Nord si attesta a 515,2 grammi (-7%), mentre il Centro registra i valori più bassi, con 490,6 grammi a settimana (-12%).
Questo quadro dimostra che lo spreco alimentare non è legato solo ai comportamenti individuali, ma riflette anche stili di consumo, abitudini familiari e contesti socioculturali. Per questo motivo, le politiche di prevenzione dovranno necessariamente tenere conto delle specificità territoriali.
I profili familiari
Anche i profili familiari mostrano notevoli differenze. I nuclei senza figli risultano i più spreconi (+14%), mentre chi ha bambini registra un -17% rispetto alla media. Dal punto di vista socioeconomico, sprecano di più le famiglie appartenenti al ceto medio-basso (+4%) e al ceto popolare (+2%), con un dato particolarmente rilevante: tra quest’ultimo gruppo si osserva un aumento del 25% rispetto al 2024.
Al contrario, famiglie del ceto medio, residenti nei piccoli comuni (-2%) e nelle grandi città (-9%) appaiono più attente nella gestione del cibo. Queste differenze dimostrano che lo spreco è un fenomeno tutt’altro che uniforme: a influenzarlo sono la composizione familiare, il reddito, il livello di istruzione e la complessità organizzativa della vita quotidiana.

La gestione domestica
Quando si chiede alle famiglie di spiegare le cause dello spreco, emergono soprattutto fattori legati alla gestione domestica: la frutta e la verdura che si deteriorano troppo in fretta (37%), la dimenticanza degli alimenti in frigo o dispensa (31%, in calo di 6 punti) e la paura di restare senza scorte (31%, -1 punto). Seguono motivazioni legate al momento dell’acquisto: offerte troppo numerose (29%) o prodotti già poco freschi al momento della vendita (29%, -8 punti). Altri motivi ricorrenti sono l’incapacità di conservare bene il cibo (-6%), la scarsa propensione a consumare gli avanzi, gli acquisti eccessivi o errori nel calcolo delle quantità. In sintesi, lo spreco nasce soprattutto da un mix di disattenzioni, cattive abitudini e carenza di competenze pratiche nella gestione della cucina.
Serve più educazione e supporto
Il quadro che emerge conferma che, nonostante i progressi, resta ancora molto da fare.
Lo spreco domestico continua a essere il risultato di comportamenti quotidiani, abitudini radicate e difficoltà organizzative. Per ridurlo in modo strutturale servono interventi mirati: dall’educazione alimentare alla promozione di strumenti pratici di supporto, fino a strategie di comunicazione differenziate per territorio e gruppo sociale. Solo così sarà possibile trasformare i segnali positivi in un cambiamento duraturo, riducendo il peso dello spreco sulle famiglie, sull’ambiente e sull’economia.