L’INIZIATIVA

Coalizione internazionale anti-spreco

Cresce il progetto Food is never waste e si allarga ad Albania, Azerbaijan, Giordania, Egitto, Kenya e Tunisia.

di Matteo Vittuari

La sfida contro lo spreco alimentare non è più solitaria: oggi si combatte insieme, in una rete internazionale di attori e progetti. 

Si chiama Food Is Never Waste ed è una Coalizione internazionale nata a Roma nel 2021, durante il Food Systems Pre-Summit, con un obiettivo ambizioso: contribuire al raggiungimento del traguardo 12.3 dell’Agenda Onu 2030, ovvero dimezzare entro il 2030 gli sprechi alimentari e ridurre sensibilmente le perdite lungo tutta la filiera agro-alimentare. 

Perché? Perché il cibo che buttiamo non è soltanto pane, frutta o verdura sprecata. È anche acqua, energia, lavoro umano e risorse naturali. In un’epoca segnata dagli effetti sempre più tangibili del cambiamento climatico, ridurre le perdite alimentari significa garantire sicurezza alimentare, rafforzare la resilienza dei sistemi produttivi e alleggerire l’impronta ecologica delle nostre abitudini quotidiane. 

La Coalizione riunisce governi, organizzazioni internazionali, Ong, centri di ricerca e imprese. Accanto agli Stati Uniti, al Brasile, all’Indonesia, all’Italia e all’Ecuador, siedono agenzie Onu come Fao e Unep, organizzazioni non governative e università. È un fronte ampio e variegato, accomunato dalla convinzione che lo spreco alimentare sia una sfida da affrontare con strumenti concreti, investimenti mirati e buone pratiche replicabili. 

Il coordinamento di Unibo 

Dal 2025 l’Italia, grazie a un finanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, contribuisce attraverso progettazioni dedicate coordinate dall’Università di Bologna, con la partecipazione di Simone Amadori, Yu-Chia Chen, Arianna Dell’Olio, Costanza Fantoni, Beatrice Ghedini, Giulia Lombardo, Valeria Musso, Andrea Perozziello, Filippo Pini, Andrea Vicinanza, e con il supporto del CIHEAM di Bari e della FAO. Queste progettazioni portano la lotta allo spreco in Paesi partner selezionati: Albania, Azerbaijan, Giordania, Egitto, Kenya e Tunisia. 

Il metodo è chiaro: un approccio integrato che unisce strumenti tecnici, dialogo politico e coinvolgimento dei diversi attori locali. Non esiste infatti una ricetta universale: ridurre lo spreco in un contesto urbano del Mediterraneo non è lo stesso che farlo in una catena agro-alimentare dell’Africa orientale. Per questo motivo ogni strategia viene adattata al contesto nazionale, partendo dall’ascolto delle comunità, dal rafforzamento della governance locale e dalla creazione di piattaforme inclusive. 

Gli obiettivi della prima fase del progetto parlano di azioni concrete: sviluppare strumenti di misurazione per quantificare sprechi e perdite, implementare azioni pilota (ad esempio nei servizi di ristorazione collettiva), creare campagne di sensibilizzazione, promuovere programmi educativi, attivare tavoli di dialogo nazionale e internazionale. 

I risultati attesi? Gruppi di lavoro permanenti nei Paesi partner, strumenti operativi, metodologie replicabili e maggiore consapevolezza, oltre a un allineamento tra strategie locali e linee guida globali. In altre parole, costruire una rete di soluzioni capaci di durare nel tempo e resistere agli shock esterni, contribuendo a sistemi alimentari più sostenibili. 

In fondo, il messaggio che la Coalizione lancia è semplice e potente: il cibo non è mai rifiuto. È valore, salute, risorsa. È parte del nostro futuro collettivo. Ridurne lo spreco non significa solo combattere la fame o salvaguardare il pianeta, ma anche ripensare il nostro modo di vivere e produrre. 

Un impegno che non riguarda “gli altri”, ma ciascuno di noi.

Articoli recenti

Press Area

Torna su